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Guy Bourdin - Dress by Sarli (Harper's Bazaar Italia 1990)
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Sonia Cole & Valeria Mazza @ Sarli Haute Couture Spr/Sum 1995
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Welcome to my blog.
About me:
🍒 Priscilla • 23 years old • she/her • straight •
Some of my interests:
🌹Classic, gothic, magical realist, romantic and erotic literature.
🌹 Classic and indie cinema.
🌹 History of art and fashion.
🌹 Kinky culture and sex positivity.
Aesthetics:
💎 Old Hollywood • Vintage Glamour, Coquettecore • Dollettecore • Femininity • S&M • Goth • Morute •
Some people I adore:
🩷 Lana Del Rey • Marilyn Monroe • Monica Bellucci • Jayne Mansfield • Marlene Dietrich • Isabel Sarli • Alain Delon • Brigitte Bardot • Bettie Page •
About this blog:
🎀 Mostly aesthetics and art related. Sometimes NSFW. People of all races, cultures, genders and sexualities welcome. No hate allowed.
🧸 Let's be friends! 🧸
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Caterina Gatta p/e 2020: nell’archivio c’è la fonte della bellezza futura
“Di una cosa ero sicura, non volevo fare la fashion designer”: suona curiosamente paradossale pronunciato da Caterina Gatta, che con la sua moda di giovane e talentuosa stilista, è sempre felicemente riconoscibile perché non è mai stata imitatrice né debitrice di estetiche standardizzate e massificate, vero? Difatti, l’unicità è una dote che accade raramente: ovvero, quando le creazioni sono una combinazione non solo di grande passione e bravura sartoriale, ma anche di una dedizione profonda per la ricerca agganciata ad un senso del tutto personale della bellezza, e di un istinto rispettoso che va oltre il mero fascino dell’estetica, per andare a conquistare e condividere il valore prezioso della cultura che tramite l’estetica si esprime.
Ecco, Caterina Gatta nel mondo del suo brand, che con lei condivide anche il nome e cognome come fosse uno specchio che ne riflette tutto il ventaglio di bellezza, esercita proprio questa combinazione pregiata. L’ha fatto sin dall’inizio del suo percorso di giovane promessa del fashion italiano, e lo riconferma tutt’ora nella collezione s/s 2020, che del suo percorso è anche una rinfrescante sublimazione.
A ben vedere, forse il segreto di Caterina Gatta e della sua moda potrebbe essere raccolto proprio nell’essenza di quell’affermazione: che, badate bene, non ha nulla di perentorio né altezzoso, tutt’altro! Anzi, è per l’appunto l’incipit spontaneo del suo itinerario poliedrico e generosamente curioso nella moda: che al fashion design approda come fosse il contenitore professionale perfetto dove raccogliere e esprimere le illuminazioni scoperte durante il percorso. Che inizia con lo studio in Scienze della moda e del costume, mescolato ad esperienze lavorative assai eterogenee, cioè l’esperienza in un negozio vintage, lo studio dei diamanti presso un azienda import export, lo stage in America come associate new business per un agenzia di PR, l’assistente di una giornalista durante le fashion week di Milano e Parigi. Esperienze diversissime, ma che già custodivano il fil-rouge che da lei, e del suo brand, è tanto amato: l’amore scoccato per i tessuti vintage appartenuti alle grandi griffe che del made in Italy son state pietre miliari per eccellenza di qualità manifatturiera e per meraviglia di creazione estetica.
Una scintilla scoccata con l’incontro casuale di un tessuto vintage firmato Irene Galitzine, da cui Caterina Gatta aveva avviato una collezione personale: oltre un centinaio di stoffe splendide, provenienti principalmente dai favolosi anni Ottanta e Novanta appartenute, tra gli altri, a Gianni Versace, Mila Schön, Valentino, Ungaro, Yves Saint Laurent , Givenchy, Fausto Sarli, Lancetti e molti altri. Una collezione presto divenuta ispirazione per il suo progetto di moda.
È il 2011 quando il progetto di Caterina Gatta riceve la benedizione di Franca Sozzani e Sara Maino per la partecipazione al ‘Vogue Talents corner’: aveva ragione Caterina, a voler creare abiti dall’appeal contemporaneo a partire da quelle stoffe testimoni di una bellezza unica e irripetibile, profondamente italiana e straordinariamente creativa.
Da quel momento il brand è cresciuto e maturato, naturalmente: si è anche ampliato a collezioni dove i tessuti sono ideati e progettati da lei, con un’evoluzione naturale della ricercatezza divertita dei motivi stampati a dar forma a silhouette squisitamente attuali.
Ora, per la p/e 2020, Caterina Gatta torna alle origini con consapevolezza entusiasta: torna al suo archivio prezioso di tessuti vintage, materia prima il cui valore è anche nel gesto, a suo modo ribelle e salvifico, di riportarli nel nostro presente e plasmarli in creazioni sartoriali perfettamente contemporanee, perfettamente coerenti con il gusto di Caterina Gatta, fatto principalmente di appiombi netti e linee asciutte come base solida su cui costruire volant plastici, gonne a corolla che sbocciano con brio pop, tagli fendenti che aprono geometrie affacciate sulla pelle, silhouette anch’esse felicemente caratteristiche del brand come la tuta pantalone con i volant appoggiati sulla vita e gli abiti imbottiti con la tundra di seta e organza tripla, dove per fare un mini abito servono più di dodici metri di seta pura.
Restano intatti i giochi di accostamenti e sovrapposizioni di colori vividi e stampe che sembrano sottratte a opere d’arte: resta intatta la creatività libera, assieme alla passione per l’arte in connubio con la moda.
Forse Caterina Gatta ha ragione: se avesse voluto fare la fashion designer, non avrebbe tracciato un viaggio così personale e intenso!
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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FAUSTO SARLI COUTURE
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Fausto Sarli Fall 1995 Couture
Mod: Helena Barquilla, Simonetta Gianfelici y Ann Fiona Scollay
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Fausto Sarli Spring 2012 Couture
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Thalassa 🦀
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Dalma Callado for Sarli Alta Moda Spring 1988
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Simonetta Gianfelici for Sarli HC FW 1995
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Outfit for Helena Bertinelli “Huntress”
Fausto Sarli Fall/Winter 2013
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Fausto Sarli, Spring 2012 Couture
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Richard Avedon – Abito Sarli 1971
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Sarli Alta Moda A/W 1987-88
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Fausto Sarli Autumn Winter 1995 1996 - Rome Fashion Week - July 18, 1995.
Hair Stylist: Sergio Valente
Model: Valeria Mazza
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Outfit for Lady Tsunade
Fausto Sarli Spring/Summer 2009
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